La Convenzione ONU sulla diversità biologica (CBD) definisce la biodiversità come la variabilità di tutti gli organismi viventi inclusi negli ecosistemi acquatici, terrestri e marini e nei complessi ecologici di cui essi sono parte.
Le interazioni tra gli organismi viventi e l’ambiente fisico danno luogo a relazioni funzionali che caratterizzano i diversi ecosistemi garantendo la loro resilienza, il loro mantenimento in un buono stato di conservazione e la fornitura dei cosiddetti servizi ecosistemici.


Perchè è importante la biodiversità?

Gli ecosistemi in salute ci forniscono cose essenziali che noi diamo per scontate. Le piante convertono energia dal sole rendendola disponibile ad altre forme di vita. I batteri e altri organismi viventi scompongono la materia organica in nutrienti che forniscono alle piante un terreno sano in cui crescere.
Gli animali impollinatori sono essenziali per la riproduzione delle piante, garantendo a noi la produzione di cibo. Piante, zone umide e oceani agiscono come principali pozzi di assorbimento delle emissioni di anidride carbonica. Anche il ciclo dell’acqua si basa fortemente sugli organismi viventi.

In breve, la biodiversità ci assicura aria pulita, acqua potabile, terreni di buona qualità e l’impollinazione delle coltivazioni. Ci aiuta a contrastare il cambiamento climatico, ad adattarci a esso, e riduce l’impatto dei pericoli naturali.

Ciascuna specie, poco importa se piccola o grande, riveste e svolge un ruolo specifico nell’ecosistema in cui vive e, proprio in virtù del suo ruolo, aiuta l’ecosistema a mantenere i suoi equilibri vitali. La biodiversità fornisce nutrimento (vegetali e animali), fibre per tessuti (cotone, lana, ecc.), materie prime per la produzione di energia (legno e minerali fossili) ed è la base per i medicinali. La perdita e l’impoverimento della biodiversità ha impatti pesanti sull’economia e sulle società, riducendo la disponibilità di risorse alimentari, energetiche e medicinali.

(Fonti: Parlamento europeo e Ispra)


Perdita della biodiversità…un fenomeno da arrestare

Purtroppo la biodiversità è minacciata da diversi fattori:

  • Modifiche nell’utilizzo del suolo (disboscamento, monocolture intensive, urbanizzazione)
  • Cambiamento climatico
  • Sfruttamento intensivo delle risorse
  • Inquinamento
  • Specie esotiche invasive

La perdita di biodiversità è un tema fondamentale che ha spinto i Governi di tutto il Mondo a studiare il problema e mettere in campo ricerche e normative per affrontarlo.


Tutelare la Biodiversità: Un progetto internazionale

Nel maggio 2020, la Commissione europea ha adottato la nuova strategia sulla biodiversità per il 2030. Un piano di azione con obiettivi specifici di corto e lungo termine, volti a proteggere la natura e invertire il degrado degli ecosistemi. Gli esempi spaziano da iniziative per l’inverdimento urbano fino alla protezione degli impollinatori, da una rinnovata strategia forestale UE fino a alla revisione di quella per la protezione del suolo.

La strategia è una delle iniziative fondamentali del Green Deal europeo, che mira a rendere l’economia dell’UE sostenibile e climaticamente neutra entro il 2050. Il Consiglio europeo, al termine della sessione del 23 ottobre 2020, ha riconosciuto che la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici sono intrinsecamente collegati.

Il tema della biodiversità è stato affrontato anche dalle Nazioni Unite, nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

L’obiettivo 15 si concentra su questa tematica, prevedendo specifici obiettivi da raggiungere entro il 2030.


Cosa facciamo noi?

La stretta relazione tra i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità ci ha indotti a fare una profonda riflessione sulle possibili connessioni tra il nostro lavoro e la tutela degli ecosistemi.

Per questo abbiamo avviato nuove modalità di azione:

  • La manutenzione gentile dei corsi d’acqua (MOG)
  • La tutela delle zone umide
  • La lotta alle specie esotiche invasive

La manutenzione gentile (MOG) e biodiversità

Modificare la manutenzione dei corsi d’acqua attraverso l’attuazione di tecniche “gentili” e rispettose dell’ambiente, tutela la biodiversità di molte specie che fanno parte degli ecosistemi acquatici. In primavera vengono lasciati ampi tratti di vegetazione lungo i canali di bonifica e i fiumi. Un metodo attuato laddove non si incide sul deflusso delle acque, che consente la nidificazione degli uccelli delle zone umide (ad esempio gallinelle d’acqua, folaghe, germani, tuffetti), la permanenza e la riproduzione degli insetti (impolllinatori e non), dei pesci e degli anfibi.


La fitodepurazione e la biodiversità

Uno dei principali effetti della creazione di zone umide è l’aumento della biodiversità e la conseguente ricostruzione della catena trofica. Lo abbiamo visto (e documentato) nel corso degli studi collegati alla creazione dell’area di fitodepurazione di San Niccolò, nella bonifica di Vecchiano, che ha sostituito aree adibite in precedenta a monocoltura.
L’area si trova ai margini del Lago di Massaciuccoli, importante rotta migratoria.
La creazione della zona umida ha favorito la nidificazione e la sosta di molti uccelli, che qui hanno riposato durante la migrazione.


Breve lista dei migratori osservati: Alzavola (Anas crecca), tarabusino (Ixobrychus minutus), nitticora (Nycticorax nycticorazx, Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), airone bianco maggiore (Casmerodius albus), airone rosso (Ardea purpurea), mignattaio (Plegadis falcinellus), spatola (Platalea leucorodia), fenicottero (Phoenicopterus roseus), porciglione (Rallus aquaticus), voltolino (Porzana porzana), schiribilla (Porzana parva), avocetta (Recurvirostra avosetta), cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), corriere piccolo (Charadrius dubius), pivieressa (Pluvialis squatarola), piovanello comune (Callidris ferruginea), piro piro boschereccio (Tringa glareola), pettegola (Tringa totanus), Totano moro (Tringa erythropus), Pantana (Tringa nebularia), beccaccino (Gallinago gallinago), combattente (Philomachus pugnax), upupa (Upupa epops), gruccione (Merops apiaster), ghiandaia marina (Coracias garrulus), ballerina gialla (Motacilla cinerea), pettazzurro (Luscinia svecica), forapaglie castagnolo (Acrcephalus melanopogon), cannaiola comune (Acroephalus scirpaceus), cannareccione (Acrocephalus arundinaceus).


Lotta alle specie esotiche e la biodiversità

Tra le principali causa di perdita di biodiversità, in Italia e nel mondo, ci sono le cosiddette “Specie esotiche invasive”. Si tratta delle specie di animali e di piante originarie di altre regioni geografiche (volontariamente o accidentalmente introdotte sul territorio nazionale), che hanno sviluppato la capacità di costituire e mantenere popolazioni vitali allo stato selvatico e che si insediano talmente bene da rappresentare una vera e propria minaccia. Il consorzio da anni è fortemente impegnato nel contenimento della specie millefoglio americano (Myriophyllum aquaticum), sia attraverso tecniche di rimozione manuale e meccanica, con il supporto di studi scientifici condotti dai dipartimenti di Agraria delle Università di Firenze e Pisa.