Caratteri eccezionali dell’ondata di calore di luglio 2023
fonte: Lamma Toscana
Secondo quanto riportato dal C3S – Copernicus Climate Change Service, con ogni probabilità luglio 2023 sarà a livello globale il mese più caldo mai registrato.
Nella prima settimana si è poi battuto il record del giorno più caldo di sempre, registrato il 6 luglio con 17.08°C, che ha infranto il precedente record di 16.80°C del 13 agosto 2016. Probabilmente non sarà il più caldo di sempre a livello italiano ma anche senza battere record questo luglio ha avuto comunque anche nel contesto climatico italiano molti caratteri eccezionali, a partire dalla lunga ondata di calore che ha interessato la gran parte del nostro paese per due settimane.
Se n’è parlato molto su siti web, quotidiani online e sui social media, dove non sono mancate le voci di chi ha voluto ribadire come questo caldo non abbia avuto caratteri cosi fuori dalla norma, e che d’estate è “normale che faccia caldo”. Proprio per fare chiarezza e contribuire ad un inquadramento scientifico di quanto accaduto, vi riportiamo qui una un’analisi puntuale della dinamica meteorologica di questa ondata di calore, commentando alcuni dati significativi di quest’anno a confronto con dati degli ultimi 60 anni.
La dinamica dell’ondata di calore
A partire dal 8-9 luglio si verifica una decisa espansione verso il Mediterraneo di un promontorio di matrice subtropicale desertica, che dal nord Africa si estende anche all’Italia. L’anticiclone è ben strutturato in quota, con l’isobara di 500 hPa che si spinge fino a 6000 metri di altitudine (altezza geopotenziale), ed è associato a un trasporto di aria molto calda con isoterme fino a 24-26°C a 850 hPa, ovvero a 1600 metri di quota.
Dal 16-17 luglio assistiamo ad un ulteriore rinforzo del promontorio anticiclonico. Sull’area mediterranea, le temperature in quota, a 850 hPa, risultano tra i 24 e i 30°C, valori che solitamente in questo periodo si trovano sul deserto del Sahara. La rimonta dell’anticiclone è favorita dall’azione congiunta di una depressione attiva sulla penisola scandinava e dell’anticiclone delle Azzorre situato in Atlantico, che favorisce la discesa di aria fresca atlantica addirittura più a sud delle isole Canarie. Questo stimola la risalita di masse d’aria calda e secca dalle aree desertiche più interne fin sul Mediterraneo.
Una massa d’aria in quota così calda e con tali caratteri favorisce l’aumento delle temperature anche nei bassi strati, tanto che in alcune zone del centro-sud Italia si raggiungono valori decisamente elevati, fino a 40°C e oltre. I valori cosi elevati sono spinti anche dalla dinamica dei moti discendenti che si verifica all’interno dell’anticiclone. In un’area di alta pressione infatti i moti verticali avvengono dall’alto verso il basso, man mano che si scende di quota e ci si avvicina al suolo la massa d’aria è sottoposta a pressioni sempre più elevate che ne causano la compressione, tale compressione porta ad un ulteriore aumento della temperatura (subsidenza).
Tra il 21 e il 22 luglio il temporaneo abbassamento del flusso atlantico determina una flessione del campo barico sul Nord Italia, favorendo temporali di forte intensità e un allentamento della morsa del caldo anche sulle regioni centrali.
Tuttavia, dal 23 al 25 luglio l’arrivo di una saccatura atlantica sulla penisola iberica favorisce un’ulteriore rimonta della struttura anticiclonica nord-africana che porta nuovamente aria caldissima sul centro-sud della nostra penisola (26-28°C a 850 hPa), mentre al Nord infiltrazioni di aria più fresca in quota vanno a scontrarsi con l’aria calda e umida preesistente, determinando la formazione di temporali di inusuale intensità, associati a colpi di vento, grandine di grandi dimensioni e locali trombe d’aria. Sulle regioni sud orientali, sulla Sicilia, sulla Sardegna e sul medio versante tirrenico la subsidenza anticiclonica viene intensificata da forti venti occidentali richiamati dalla saccatura in transito al Nord. Questo comporta il raggiungimento di picchi termici eccezionali, compresi tra i 45 e i 48 °C all’ombra; molti record storici di temperatura vengono battuti in Sicilia e in Sardegna. Solo dal 25-26 il flusso atlantico riesce a prevalere su tutta Italia, riportando le temperature entro le medie.
Un caldo eccezionale per intensità e durata
Il periodo 8-25 luglio è stato soltanto l’ultimo di una lunga serie di anomalie di circolazione che negli ultimi 25 anni si presentano con sempre maggior frequenza; quest’ultima per i fenomeni che ha prodotto è forse tra le più estreme dell’intero periodo. I record riportati della grafica successiva sono quelli raggiunti durante l’ondata di calore ed ufficializzati, ma probabilmente altri picchi assoluti sono stati osservati in altre località del Meridione. Molti dei record segnalati hanno battuto il precedente anche di 2-3 °C, altro elemento che dà il metro dell’intensità del fenomeno.
Se è vero che forti ondate di calore sul Centro Sud Italia si sono verificate anche in passato, è altrettanto vero che non reggono il confronto con quella di luglio 2023. Senza scomodare i numerosi eventi degli ultimi 25 anni, poiché già fortemente influenzati dal cambiamento climatico, torniamo indietro agli anni ’60 e ’80 andando ad analizzare gli episodi del luglio 1962, del giugno 1982 e del luglio 1983. In tutti e tre i casi si registrarono, per le rispettive epoche, valori eccezionalmente alti, molti dei quali però poi sarebbero stati battuti nell’ultimo trentennio. Ne resistono pochi, tra cui quello di Firenze, con +42.6 °C (26 luglio 1983) e quelli di Catania (Fontanarossa +46 e Sigonella +46,7 °C).
le forti ondate di calore sul Centro Sud Italia che si sono verificate in passato non reggono il confronto con quella di luglio 2023
Nel 1983 fu sempre un promontorio anticiclonico di origine nord-africana a determinare l’ondata di calore, ma le correnti nei bassi strati furono spesso più secche e favorirono la discesa delle temperature nelle ore notturne; di conseguenza le minime risultarono generalmente più basse rispetto al 2023. A parte i picchi giornalieri più elevati, le differenze fondamentali con l’ondata di calore del 2023 sono senza dubbio la durata e l’intensità.
Le stesse considerazioni possono essere fatte anche per l’ondata di calore del 1962, estremamente calda ma piuttosto secca e quindi caratterizzata da una significativa escursione termica giornaliera. Nel giugno del 1982, invece, temperature massime più “basse” furono parzialmente bilanciate da minime piuttosto alte. Anche in questi due casi intensità e durata non sono minimamente paragonabili a quanto osservato nel luglio del 2023 e questo lo si evince anche confrontando le temperature medie termiche relative all’intero mese e non soltanto alla singola ondata di calore. Luglio 2023 a Catania, ed esempio, è stato mediamente più caldo dei mesi di Luglio 1962, Giugno 1982 e Luglio 1983 di quasi 3 °C.
Prendendo ad esempio i dati registrati a Roma Ciampino (1983), Catania Sigonella (1962-1982-1982) e Decimomannu (1982-1983) e confrontando i dati precedenti con quelli relativi al 2023 risulta evidente come la durata di questa ondata di calore sia stata circa il doppio di quelle passate e i giorni con temperature sopra 40°C sono stati il doppio a Catania e quasi il triplo in Sardegna, indice proprio di questa eccezionale intensità.
fonte: Lamma Toscana