Energie rinnovabili: cosa sono, esempi e ricerca in Italia

fonte: Il Giornale dell’Ambiente

Quando parliamo di ambiente e di rispetto dell’ambiente, le energie rinnovabili sono un argomento cruciale. Tutti i diversi tipi di energia si distinguono, infatti, in energia rinnovabile e non rinnovabile.

Cosa vuol dire energia rinnovabile? L’energia – alternativa è quella rinnovabile, che è sostenibile per l’ambiente. Questa è la definizione di energie rinnovabili. Infatti, l’energia può essere prodotta con fonti rinnovabili e non rinnovabili. La transizione ecologica impone di privilegiare le energie rinnovabili.

Cosa sono le energie rinnovabili? Tutte le energie rinnovabili sono fonti di energia che non si esauriscono. Quindi hanno un più basso impatto ambientale rispetto a le fonti non rinnovabili. In questo gruppo di fonti energetiche alternative ci sono il vento, il sole, le risorse idriche e geotermiche, le maree e le biomasse (la trasformazione di prodotti organici in energia elettrica). 

Le fonti di energia NON rinnovabili sono invece le fonti energetiche che utilizzano combustibili fossili come il carbone, il petrolio e il gas naturale.

Nel nostro pianeta le riserve di questi combustibili fossili non sono illimitate. Anzi, la rigenerazione di essi necessita di tempi piuttosto lunghi. L’utilizzo di energie non rinnovabili è inoltre spesso associata a fenomeni di inquinamento ambientale. 

Il carbone è stato in passato la principale fonte di energia non rinnovabile utilizzata per la produzione industriale di energia elettrica. Deriva dalla fossilizzazione di piante acquatiche. L’antracite, il più antico e pregiato, si è formato circa 400 milioni di anni fa. Il litantrace risale a circa 250 milioni di anni fa ed è il carbone più diffuso in natura. La lignite risale a circa 80 milioni di anni fa. La torba è il più giovane. Il carbone ha un alto impatto ambientale: sul clima a seguito del rilascio di grandi quantità di CO2, e sulla salute dell’uomo.

Il petrolio è un’altra risorsa non rinnovabile. È un combustibile liquido composto principalmente da idrocarburi. Gli idrocarburi sono invece sostanze le cui molecole sono formate da idrogeno e carbonio (derivato dalla composizione di sostanze organiche ad opera di batteri anaerobici). Il petrolio è il prodotto di una trasformazione chimica durata centinaia di milioni di anni. Per estrarlo sono necessari procedimenti ad alto impatto ambientale, articolati e costosi e che variano a seconda del giacimento di provenienza (se on-shore o off-shore).

L’uranio e il plutonio usati per produrre energia nucleare sono in grado di produrre grandi quantità di energia ad un costo elevatissimo per l’ambiente e la salute dell’uomo. Questi minerali non sono inesauribili. Per questo motivo anche il nucleare non può essere considerato una fonte di energia rinnovabile.

Lo sfruttamento dell’energia nucleare da fusione nel ciclo del deuterio e trizio, prodotta a partire da elementi in pratica inesauribili in natura, è da considerarsi energia rinnovabile secondo la definizione unanimamente accolta di rinnovabile. Lo scavo del minerale, però, la sua raffinazione, l’arricchimento, il riprocessamento e lo stoccaggio delle scorie radioattive comportano elevati consumi energetici e la produzione di una quantità elevata di CO2.

Il gas naturale è la conseguenza di una reazione chimica che necessita di tempi lunghissimi. È spesso estratto con metodi ad alto impatto ambientale come il fracking (fratturazione idraulica).

Come funzionano le energie rinnovabili?

Con l’aumento della domanda di energia che è in costante crescita, le riserve delle fonti di energia non rinnovabili tendono ad esaurirsi. In più la loro combustione e l’eccessivo sfruttamento aumentano i danni ambientali.

Le energie rinnovabili, proprio perché provengono da fonti di energia alternative che appartengono alla struttura fisica del nostro Pianeta, sono rinnovate costantemente. In questo modo, sono riprodotte dagli elementi naturali, pertanto non sono soggette ad esaurimento.

Quindi, le fonti rinnovabili di energia rappresentano il futuro dell’approvvigionamento energetico: sono l’alternativa ecologica perseguita dalla maggior parte delle nazioni, in modo più o meno incisivo.

Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale impongono un’attenzione maggiore nella direzione di salvaguardare la situazione globale dell’ambiente e la salute dell’uomo. Il principale vantaggio del produrre energia da fonti rinnovabili riguarda, però, non solo i benefici per l’ambiente, ma anche la certezza dell’ approvvigionamento. Infatti, sono in grado di garantire nel tempo l’indipendenza da fornitori esterni e dagli equilibri geopolitici.

Energie rinnovabili riconosciute in Italia

Quali sono le energie rinnovabili Italia? Riguardo la produzione di energia rinnovabile in Italia, secondo il Decreto Legislativo 28 del 03/03/2011, i contenuti della Direttiva 2009/28/CE, le fonti di energia rinnovabile sono:

  • energia eolica;
  • solare;
  • aerotermica;
  • geotermica;
  • idrotermica e oceanica;
  • idraulica;
  • biomassa;
  • gas di discarica e gas residuati dai processi di depurazione e biogas.

In Italia il 16% del consumo di energia deriva dalle fonti rinnovabili e alternative. Tra le fonti rinnovabili in Italia ci sono per un buon 65% da fonti idroelettriche e geotermiche e per il 30% da energia rinnovabile biomasse, mentre solo il 3% deriva dalle nuove rinnovabili, come l’eolico (2,1%) e il solare (meno dello 0.15%).

Il fotovoltaico è in aumento negli ultimi anni. Difatti, solo nel 2017 ha prodotto, tra le energie rinnovabili in Italia, l’8.7% dell’elettricità, posizionando il nostro Paese al quarto posto nella classifica mondiale per fonti energetiche in Italia.

Un altro dato importante riguarda l’eolico, sempre più di rilievo negli ultimi anni a tal punto da far guadagnare all’Italia, nel 2018, il primato di Paese europeo con la maggiore produzione di energia prodotta dal vento.

Esempi e lista di fonti di energia rinnovabile

L’energia eolica è prodotta dalle correnti dei venti, che nonostante siano intermittenti, riescono a produrre una quantità di kilowattora sempre più elevata grazie alle nuove tecnologie.

Viene usata a livello locale e prodotta grazie a turbine e pale eoliche che riproducono il sistema di funzionamento dei vecchi mulini a vento.

L’energia solare include tutte quelle tecnologie in grado di produrre calore ed elettricità a partire dalla luce solare. Esistono due tipi di energie solari: il solare termico o termodinamico e il solare fotovoltaico.

Viene sfruttata per il riscaldamento dell’acqua tramite gli impianti fotovoltaici e quelli solari termici, per generare calore e riscaldare gli ambienti e per l’illuminazione.

La luce solare catturata dai dispositivi termici e dai pannelli fotovoltaici viene trasformata in energia elettrica o sfruttata per il riscaldamento di edifici e aziende.

L’energia geotermica sfrutta il calore della Terra, in particolare quello rilasciato da elementi quali uranio e potassio presenti sulla superficie terrestre, da rocce e riserve d’acqua presenti nel sottosuolo per trasformarlo in energia elettrica.

Viene utilizzata per fare fronte al fabbisogno energetico degi edifici privati ma anche su larga scala per edifici commerciali e serre.

L’energia rinnovabile delle biomasse è una forma di energia rinnovabile derivante da piante e animali. Quindi da: biocarburanti, gassificazione, biogas, oli vegetali, olio di alghe, cippato, gas di discarica ecc… che permette di produrre calore ed elettricità, oltre che combustibili liquidi.

I residui organici prodotti da animali e vegetali, i rifiuti urbani e quelli industriali biodegradabili sono utilizzati per la produzione di energia termica. Questo avviene attraverso appositi impianti che incanalano gas metano o per la produzione di combustibili liquidi.

Le biomasse sono utilizzate soprattutto dalle industrie manifatturiere e dalle grandi aziende di trasporto per produrre energia elettrica o per alimentare i loro mezzi.

L‘energia idroelettrica, un tempo utilizzata nei mulini ad acqua, è oggi prodotta soprattutto grazie alle dighe che canalizzano le risorse idriche in bacini artificiali per poi immetterle in apposite turbine. Negli impianti di accumulazione l’elettricità viene prodotta in seguito alla deviazione di un corso d’acqua.

L’energia oceanica (energia delle correnti marine, delle maree, del moto ondoso e talassotermica) sfrutta il moto delle onde, il riscaldamento dell’acqua e il movimento di correnti e maree per produrre energia elettrica.

fonte: Il Giornale dell’Ambiente