Onu: la finestra per raggiungere gli obiettivi climatici si sta chiudendo rapidamente

Dalla mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici alla gestione delle perdite e dei danni, c’è ancora molto da fare.

fonte: Greenreport.it

«Il mondo non è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi a lungo termine stabiliti dall’accordo di Parigi per limitare l’aumento della temperatura globale», a certificarlo è il rapporto “Technical dialogue of the first global stocktake. Synthesis report by the co-facilitators on the technical dialogue” pubblicato dal segretariato  dell’United Nations climate change conference (Unfccc) in previsione della 28esima conferenza delle parti (Cop28)che si terrà a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, a novembre – dicembre.

Presentando il rapporto il segretario esecutivo della United Nations framework convention on climate change (Unfccc), Simon Stiell, ha chiesto «Maggiore ambizione e accelerazione dell’azione. Esorto i governi a studiare attentamente i risultati del rapporto e, in ultima analisi, a comprendere cosa significa per loro e l’azione ambiziosa che dovranno intraprendere in seguito. Lo stesso vale per le imprese, le comunità e gli altri stakeholder chiave. Mentre il ruolo catalizzatore dell’Accordo di Parigi e del processo multilaterale rimarrà vitale nei prossimi anni, il global stocktake è un momento critico per una maggiore ambizione e un’accelerazione dell’azione climatica».

Il global stocktake è stato concepito nell’ambito dell’Accordo di Parigi per valutare la risposta globale alla crisi climatica e tracciare una via migliore da seguire. Il global stocktake si tiene ogni 5anni ed è destinato a informare il prossimo round di nationally determined contributions (Ndc) da presentare entro il 2025.

All’Unfccc ricordano che «Il global stocktake è iniziato con una fase di raccolta dati nel 2021, raccogliendo un’ampia gamma di input da parti dell’Unfccc, organismi internazionali e stakeholders non parti. Un dialogo tecnico si è svolto in tre incontri nel 2022 e nel 2023 ed è stato presieduto, con l’assistenza del segretariato delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, da due co-facilitatori Farhan Akhtar e Harald Winkler, nominati rispettivamente dai Paesi sviluppati e da quelli in via di sviluppo. L’ambito della discussione tecnica è stato molto ampio e comprendeva misure di mitigazione, adattamento e supporto, nonché perdite e danni e misure di risposta. Tra tutti questi argomenti c’erano l’ambizione e l’equità, il tutto basato sulla migliore scienza disponibile».

Akhtar  spiega che «I dialoghi tecnici si basavano sulla migliore scienza disponibile, attingendo alle ultime scoperte dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e ad altre fonti di conoscenza, con un’ampia partecipazione di esperti e Stakeholders non con background diversi. Dalle discussioni è emerso chiaramente che l’Accordo di Parigi ha ispirato un’azione diffusa che ha ridotto significativamente le previsioni sul riscaldamento futuro. Questo global stocktake si svolge in un momento cruciale per ispirare ulteriori azioni globali nella risposta alla crisi climatica».

Il rapporto riassume 17 risultati chiave delle deliberazioni tecniche del 2022 e del 2023 sullo stato di attuazione dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici – che impegnava tutti i Paesi a limitare l’aumento della temperatura il più vicino possibile agli 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali – e sui suoi obiettivi a lungo termine, sulla base delle migliori informazioni scientifiche. Ne è emerso che «In tutti gli ambiti, dalla mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici alla gestione delle perdite e dei danni, c’è ancora molto da fare». Ma l’Unfccc aggiunge che «Sebbene esistano lacune ben note, i risultati tecnici hanno evidenziato opportunità esistenti ed emergenti e soluzioni creative per colmare questi gap» e il rapporto conferma che «Sebbene le parti dell’accordo di Parigi del 2015 abbiano intrapreso azioni diffuse per affrontare il cambiamento climatico e i suoi impatti, l’ambizione e l’attuazione devono essere accelerate rapidamente. Molte soluzioni creative e attuabili per superare le sfide sono pronte per essere implementate».

Winkler aggiunge che «Più di 137 stakeholders non parti  hanno presentato input sulle loro azioni e sul sostegno agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, in totale sono state ricevute oltre 170.000 pagine di contributi scritti e abbiamo avuto oltre 252 ore di incontri e discussioni durante i 3 incontri del dialogo tecnico – in sessioni plenarie, tavole rotonde e format world cafè. Come mostrano i risultati tecnici del rapporto, ora è necessario fare molto di più, su tutti i fronti e da parte di tutti gli attori, per raggiungere gli obiettivi a lungo termine dell’Accordo di Parigi».

Durante la fase finale dell’esame dei risultati, si terranno una serie di eventi ad alto livello per discutere le implicazioni di questi risultati tecnici. Queste discussioni informeranno una decisione e/o una dichiarazione che riassumerà i messaggi politici chiave, identificando opportunità, buone pratiche e sfide per migliorare l’azione e il sostegno per il clima.

Il presidente designato della COP28, Sultan Al Jaber, ha concluso:«Questo global stocktake report fornisce una chiara indicazione su come possiamo soddisfare le aspettative dell’Accordo di Parigi intraprendendo azioni decisive in questo decennio critico. Per mantenere gli 1,5 a portata di mano dobbiamo agire con ambizione e urgenza per ridurre le emissioni del 43% entro il 2030. Questo è il motivo per cui la presidenza della COP28 ha presentato un ambizioso programma d’azione incentrato sull’accelerazione di una transizione energetica giusta e ben gestita che non lascia indietro nessuno, aggiustando i finanziamenti per il clima, concentrandosi sulla vita e sui mezzi di sussistenza delle persone e sostenendo tutto con la piena inclusività. Credo che possiamo realizzare tutto questo creando al tempo stesso una crescita economica sostenibile per i nostri popoli, ma dobbiamo urgentemente interrompere il business as usual e unirci come mai prima d’ora per passare dall’ambizione all’azione e dalla retorica ai risultati reali. Chiedo ai leader del settore pubblico e privato di presentarsi alla COP28 con impegni reali e attuabili per affrontare il cambiamento climatico. Dobbiamo decarbonizzare rapidamente allo stesso tempo sia il lato dell’offerta che quello della domanda del sistema energetico. Dobbiamo triplicare l’energia rinnovabile entro il 2030, commercializzare altre soluzioni a zero emissioni di carbonio come l’idrogeno e ampliare il sistema energetico liberandolo da tutti i combustibili fossili, eliminando al contempo le emissioni delle energie che utilizziamo oggi. Dobbiamo proteggere e valorizzare la natura, salvaguardare i pozzi di assorbimento del carbonio e trasformare i sistemi alimentari che rappresentano un terzo delle emissioni. E abbiamo bisogno di una riforma fondamentale dell’architettura finanziaria internazionale costruita nel secolo scorso».

fonte: Greenreport.it