Perché le temperature superficiali di Atlantico e Mediterraneo sono così alte?
fonte: Consorzio Lamma
Se andiamo a osservare la mappa di anomalia di temperatura superficiale degli oceani di questo periodo, salta subito agli occhi la predominanza del colore rosso o arancione, soprattutto dell’oceano Atlantico e del Pacifico Equatoriale.
La situazione a livello globale
Al momento questi sono i principali centri di anomalia superficiale a livello globale:
– Nord Atlantico + Mare del Nord,
– Atlantico Tropicale
– Pacifico Equatoriale.
Nell’ultimo caso la spiegazione è immediata: NINO in sviluppo, attualmente debole, è destinato a rinforzarsi e a toccare il picco in inverno.
La situazione in Atlantico
Per quanto riguarda il Nord Atlantico i fattori sono molteplici. Il primo e più intuitivo è il contributo “di fondo” fornito dal riscaldamento climatico. Da decenni la temperatura media del mari globali è in aumento, a questa si somma la fase positiva della AMO (stesso segno). L’Atlantic Multidecadal Oscillation indica oscillazioni termiche, cicliche, delle temperature superficiali atlantiche. Fasi più calde si alternano a fasi più fredde.
Come si evince dal grafico l’andamento non detrendizzato (primo in alto), vede un’intensificazione delle anomalie (riquadro nero). Quindi al ciclo naturale si aggiunge la forzante positiva di fondo legata al cambiamento climatico. Ovviamente non basta per giustificare l’anomalia di questi ultimi 3 mesi (si veda il grafico sottostante, curva nera).
Un altro elemento che ha sicuramente favorito il raggiungimento (e il mantenimento) di questi record è stata la presenza duratura di un’area di alta pressione sul Nord Atlantico e insistenti venti orientali, ben strutturata sia al suolo che in quota.
Questa configurazione ha favorito:
– soleggiamento superiore alla media e quindi maggior assorbimento di calore da parte del mare;
– scarso rimescolamento per il minor transito di vortici e scarsa ventilazione occidentale (poche tempeste=poche mareggiate=maggior stratificazione).
La situazione del Mediterraneo
Il Mediterraneo occidentale continua a mostrare uno scarso rimescolamento (poche mareggiate collegate a minimi associati a fronti atlantici e scarsa ventilazione – immagine sottostante) ed è stato influenzato dalla forte e duratura ondata di calore precoce sull’Iberia di Aprile-Maggio.
Anomalie dell’Atlantico
Per l’Atlantico Tropicale, oltre al segnale di “fondo” valido per il Nord Atlantico, si sommano gli effetti dello sviluppo del NINO e un minimo storico nel flusso di polveri sahariane provenienti dall’Africa che riflettono, in condizioni normali, una parte significativa della radiazione solare. Le minori intrusioni di polveri sahariane sono probabilmente legate ad un getto orientale africano (AEJ) più debole della norma, probabilmente legato al ritardo nell’inizio della stagione del monsone asiatico.
Dato il complesso mix di concause, è presto parlare di un tipping point climatico dal quale non si torna indietro. Tuttavia, se allarghiamo l’osservazione a livello planetario, scopriamo che la temperatura media dei mari globali è anch’essa su valori da record. Una condizione, quella globale, che difficilmente potrà rientrare con un NINO destinato a intensificarsi nei prossimi mesi.
Sull’Atlantico la questione è più dinamica e ad oggi possiamo parlare di conseguenze meteorologiche. Temperature superficiali così alte significano maggior calore latente e maggior evaporazione, elementi che inevitabilmente andranno a influenzare la circolazione nel medio termine.
fonte: Consorzio Lamma